Tecnologie geografiche per una mappatura della circolarità dei territori: un’applicazione pilota per la Capitale

Secondo il bollettino di Copernicus sulla temperatura misurata a giugno del 2022, l’Europa ha registrato un incremento medio di 1,6° C, causato dal succedersi di varie ondate di calore che sono avvenute soprattutto nei Paesi che si affacciano sul mar Mediterraneo, come l’Italia. Tale fenomeno è capace di causare effetti di considerevole portata per il territorio, come riportano sempre più spesso anche le cronache locali e nazionali: il Po si è progressivamente ritirato a causa dell’azione combinata di calore e siccità, capace di causare la peggiore secca del fiume dagli anni Cinquanta; simili condizioni hanno causato il crollo di un seracco sul ghiacciaio della Marmolada, il quale ha messo in moto la slavina che ha investito e ucciso undici escursionisti. 

Se gli effetti del fenomeno possono differire per intensità e frequenza ed essere per questo imprevedibili, le cause dello stesso sembrano oramai acclarate e vanno ricercate essenzialmente nelle pratiche che causano l’aumento dei gas serra presenti nell’atmosfera. Dall’invenzione dell’agricoltura alla comparsa delle prime industrie, l’impatto dell’umanità sulla biosfera è divenuto tanto grave che la scienza, recentemente, si è interrogata sull’avvento di una nuova era geologica chiamata per l’appunto Antropocene. Secondo questa tesi, il rapido sviluppo tecnologico degli ultimi decenni ha reso l’uomo in grado di condizionare quei processi di natura bio-fisico-chimici alla base del funzionamento del Pianeta, formando anche una serie di paesaggi che vengono definiti «antropocenici» per la capacità di rimandare alla trasformazione epocale in corso.  

Molte di queste pratiche si svolgono in ambito urbano, dove i consumi di energia e materie prime aumentano per la presenza di zone industriali e commerciali ad alta densità. Una di quelle a più elevato impatto per l’ecosistema consiste nello smaltimento improprio, se non illecito, di rifiuti urbani e industriali, fonte di inquinamento non solo per l’atmosfera, dove finiscono i gas serra emessi da processi quali, ad esempio, il conferimento in discarica e la combustione, ma anche per il suolo, contaminato dall’accumulo di sostanze chimiche altamente tossiche. In questo senso, la transizione da un’economia di tipo lineare a circolare appare come un obiettivo improrogabile, che l’Unione europea vorrebbe traguardare entro e non oltre il 2050. È sulla base dei suddetti presupposti che il presente studio, svolto nell’ambito del PON “Ricerca e Innovazione” 2014-2020, ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo dell’economia circolare grazie all’uso delle geotecnologie, focalizzando l’attenzione su un’area di studio coincidente con il territorio della Capitale.

In primo luogo, questi strumenti verranno applicati alla ricerca di un indice di circolarità, tramite cui fornire indicazioni sulla vocazione di un determinato territorio al riutilizzo di apparecchiature informatiche, tra le più complicate da smaltire. L’indice verrà calcolato alla scala delle sezioni di censimento e si baserà sulla correlazione tra più coefficienti, selezionati sulla base delle indicazioni presenti in letteratura e del parere di esperti che andranno coinvolti durante lo studio. Ogni coefficiente, come lo stesso indice, assumerà la forma di un dato spaziale, raster o vettoriale in base al tipo di fenomeno rappresentato, e avrà lo scopo di fornire informazioni di varia natura sulla presenza di hardware nell’area di studio, in considerazione di elementi quali, ad esempio, il numero di aziende e la loro grandezza in termini di dipendenti, i consumi energetici, la connettività alla rete ecc. A questi strati informativi, considerati di primaria rilevanza ai fini del fenomeno studiato, verranno sovrapposti in una mappa quelli sull’assetto demografico e socio-economico del territorio, nell’ottica di svolgere analisi di contesto a più livelli di approfondimento.  

I risultati derivanti dalla fase di elaborazione dello studio verranno impiegati come input di due applicazioni differenti: un cartogramma a mosaico dell’indice di circolarità e una web app per accedere ai dati spaziali del geodatabase di progetto. Rappresentando l’indice con toni differenti di una stessa campitura, in un layout di mappa comprensivo di quegli elementi (legenda, scale grafica ecc.) indispensabili alla corretta decodifica cartografica, la prima applicazione servirà a leggere e interpretare il pattern del fenomeno studiato a scala medio-piccola, riconoscendo la presenza di concentrazioni di valori positivi o negativi che potrebbero richiedere approfondimenti più puntuali. Questi potranno essere svolti tramite l’applicazione web, dove importare il contenuto del geodatabase come servizio online incamerandolo all’interno di specifici layout dotati di funzioni (o widget) che consentono agli utenti di visualizzare e analizzare i layer tramite query spaziali e tabellari, focalizzando l’attenzione su sottocategorie del dato di particolare rilevanza. 

I principali step operativi che precederanno la creazione dei suddetti output prevederanno: la costruzione di una banca dati georeferenziata e organizzata in più workspace, dove memorizzare i dati nello stesso sistema di coordinate e formato informatico; la ricerca e l’acquisizione dei dati di input per il calcolo dell’indice di circolarità, privilegiando quelli disponibili in formato open access; la creazione dei dati di input irreperibili da fonti terze, grazie ad attività quali la digitalizzazione, la geocodifica e il rilievo sul campo; il data enrichment dei dati raccolti con informazioni di specifico interesse per lo studio, acquisibili tramite l’invio di survey geografici creati ad hoc; il calcolo dell’indice di circolarità, operazione che consisterà nella somma pesata dei singoli coefficienti riclassificati sulla base di una sola scala di valori predeterminata. 

 


1 Il documento, datato 7 luglio del 2022, è stato pubblicato dal Climate Change Service di Copernicus, Programma dell’UE per il monitoraggio della Terra, ed è accessibile sul sito https://climate.copernicus.eu/ (ultima consultazione: 20/7/2022).

 2CRUTZEN P., “Geology of Mankind”, Nature, 415, 2002, p. 23.

3 PARASCANDOLO F., TANCA M., “Il paesaggio geografico nell’antropocene”, in GIORDA C. (a cura di), Geografia e antropocene: uomo, ambiente, educazione, Roma, Carocci, 2019, pp. 50-60.

4 Secondo il rapporto “Verso un’Europa a inquinamento zero” dell’Agenzia Ambientale Europea (European Environment Agency, EEA), pubblicato il 3 marzo 2021, lo smaltimento «inadeguato» dei rifiuti è causa della contaminazione di oltre un terzo dei siti censiti dall’UE come potenzialmente inquinanti (p. 28). Il documento del rapporto è disponibile sul sito https://www.eea.europa.eu/it/publications/ (ultima consultazione: 20/7/2022).

5 Dell’importanza del passaggio a un’economia circolare, nonché degli strumenti necessari a implementare tale transizione, si fa specifico riferimento nel “The European Green Deal” della Commissione europea, pubblicato l’11 dicembre 2019 e disponibile sul sito https://ec.europa.eu/ (ultima consultazione: 5/8/2022).
 

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